La Festa del Papà è l’occasione perfetta per celebrare i nostri padri e, perché no, ricordare con un sorriso come erano negli anni ’90. Un’epoca in cui i telefoni avevano l’antenna, la musica si ascoltava con il walkman e i papà erano una categoria a sé stante. Oggi molti di loro sono diventati nonni tecnologici che litigano con lo smartphone, ma negli anni ’90 erano delle vere icone, con comportamenti che tutti abbiamo visto almeno una volta.
Se sei cresciuto in quegli anni, questo articolo farà riaffiorare ricordi indelebili. E se sei nato dopo, sappi che tuo padre, a suo tempo, probabilmente era proprio così.
1. La divisa ufficiale: la mitica tuta acetata
Prima che l’abbigliamento sportivo diventasse fashion, i papà degli anni ’90 avevano una sola regola: comodo è bello. E cosa c’era di più comodo della tuta acetata?
- Quella che faceva swish swish quando camminavano.
- Quella con i colori improponibili: blu elettrico, verde fluo, fucsia, oppure con bande laterali giganti.
- Quella rigorosamente portata con le scarpe da ginnastica bianche (che ovviamente si sporcavano il primo giorno e rimanevano così per sempre).
Era l’outfit perfetto per ogni occasione: dal divano alla gita domenicale, passando per la grigliata con gli amici.

2. Il dominio assoluto del telecomando
Il papà anni ’90 aveva una missione fondamentale nella vita: detenere il controllo del telecomando.
In quegli anni, niente Netflix, niente on demand. Se volevi vedere qualcosa, dovevi essere nel posto giusto al momento giusto. Ed è qui che il papà entrava in azione.
- Alle 13:30 c’era il TG, e guai a chi cambiava canale.
- Se c’era una partita, era meglio rassegnarsi: calcio batteva cartoni animati 100 a 0.
- Il gesto supremo? Spegnere la TV con un colpo secco sul telecomando, perché in quegli anni la tecnologia si trattava così.
- E quando non c’erano programmi interessanti? Si metteva su Rete 4 e si guardava un vecchio western con Clint Eastwood.

3. L’amore incondizionato per l’automobile
Il papà anni ’90 aveva una seconda casa: l’auto.
La macchina non era solo un mezzo di trasporto, era il suo regno.
- Il sabato pomeriggio si lavava la macchina a mano, con una precisione da orologiaio svizzero.
- I tappetini venivano scossi con violenza, come se fosse un rito sacro.
- La cera? Essenziale, perché l’auto doveva brillare più di una vetrina di gioielli.
- Se si andava in vacanza, bisognava caricare il bagagliaio in modo scientifico, con calcoli di spazio da ingegnere della NASA.
- E guai a sporcare i sedili: “Ho appena pulito!” era il mantra più ripetuto durante un viaggio in macchina.

4. Il barbecue: il rito sacro
L’uomo moderno fa il barbecue per passione, il papà anni ’90 lo faceva per onore.
Non importava se c’erano 40 gradi all’ombra o se pioveva:
- Lui accendeva la carbonella con metodi discutibili (spesso usando litri di alcol etilico).
- Impugnava la forchetta gigante con lo stesso carisma di un samurai.
- Bruciava il 30% delle salsicce, ma si giustificava con un diplomatico “Così è più croccante!”
- Finita la grigliata, restava accanto al barbecue con aria soddisfatta, come un eroe che ha compiuto la sua missione.
E ovviamente, mentre tutti mangiavano, lui continuava a cucinare.

5. Il telefono fisso: l’eterna lotta con la bolletta
Prima degli smartphone, la comunicazione familiare ruotava attorno al telefono fisso.
- Ogni papà aveva una regola d’oro: “Non stare troppo al telefono, che poi arriva una bolletta che manco alla NASA!”
- Se qualcuno chiamava durante il TG, occhiataccia fulminante.
- Se il telefono squillava dopo le 22: “Ma chi chiama a quest’ora?!”
- Il numero lo si conosceva a memoria, perché nessuno salvava i contatti.
E quando finalmente arrivò il Nokia 5110, con suonerie monofoniche e Snake?
“Io il cellulare non lo userò mai.”
(Dieci anni dopo: “Come si manda un messaggio su WhatsApp?”)

6. I consigli di vita non richiesti (ma indimenticabili)
Il papà anni ’90 aveva una saggezza tutta sua. Poteva essere burbero, ma quando parlava, sapeva il fatto suo. Tra le frasi più iconiche:
- “Finché vivi sotto questo tetto, fai come dico io!”
- “A me nessuno ha mai regalato niente.”
- “Sei fortunato! Ai miei tempi…” (e via con un racconto epico sulla sua giovinezza).
- “Se non studi, guarda che finisci a spalare il cemento.”
- “Chiedilo a tua madre.” (classico quando non sapeva cosa rispondere).
E il bello è che, crescendo, ci si accorge che aveva pure ragione.
Conclusione: Il papà anni ’90 era unico (e oggi lo ricordiamo con affetto)
Oggi alcuni di quei papà si sono evoluti: qualcuno è diventato esperto di tecnologia, qualcun altro è rimasto fedele alla sua tuta acetata, altri ancora continuano a controllare la macchina come fosse un’auto da corsa.
Ma una cosa è certa: i papà degli anni ’90 avevano uno stile inconfondibile.
E tu? Riconosci tuo padre in questa descrizione? Scrivilo nei commenti e racconta i ricordi più divertenti di quando eri piccolo!
Una risposta
Bellissimo